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FAUSTO PIRANDELLO

(Roma 1899 - Roma 1975)

(Titoli e immagini delle opere su richiesta)

Fausto Pirandello nasce a Roma il 17 giugno del 1899 dallo scrittore agrigentino Luigi Pirandello e Antonietta Portolano. Portati a termine gli studi classici, decide di dedicarsi all’arte: suo padre lo indirizza alla scultura, mandandolo a studiare dal celebre scultore palermitano Ettore Ximenes, ma in breve il giovane abbandona, preferendo concentrarsi sullo studio del disegno. Segue quindi i corsi dell’incisore Sigmund Lipinsky, dal quale resta profondamente influenzato. Nel 1922 prende a frequentare la scuola di pittura di Felice Carena, tra Roma e Anticoli Corrado, dove ha per compagni di corso Emanuele Cavalli e Giuseppe Capogrossi: sono gli albori della “Scuola Romana”.

Compiuta la formazione, decisamente antiaccademica, fa il suo esordio nel 1925 alla III Biennale Romana con l’opera Bagnanti, tema che riprenderà ossessivamente per mezzo secolo. All’anno seguente data invece la sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia, alle cui successive edizioni, per almeno un trentennio, verrà notato dalla critica come uno degli artisti più interessanti e originali. Nel 1928 si reca quindi a Parigi, dove sposa la modella anticolana Pompilia D’Aprile, che gli darà nell’agosto di quello stesso anno il primo figlio, Pierluigi (1928-2018). Nella capitale francese, Fausto Pirandello studia la pittura dei cosiddetti “Italiens de Paris” e dei surrealisti, e ha l’incontro, folgorante, con l’arte di Pablo Picasso, con la quale si confronterà anche in piena maturità artistica.

Nel 1930 rientra in Italia e l’anno successivo ha la sua prima mostra personale, presso la “Galleria di Roma” del critico Pietro Maria Bardi. Negli anni a seguire realizza alcuni dei suoi massimi capolavori, come Interno di mattina (Parigi, Centre Georges Pompidou, donazione Pierluigi Pirandello) e Scala, esposto alla Biennale di Venezia del 1934 ed entrato nelle collezioni di Riccardo Gualino. Nel 1935 ha una nuova personale nell’ambito della “II Quadriennale d’Arte Nazionale” a Roma, dove presenta capisaldi della sua produzione quali, tra gli altri, La pioggia d’oro (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna) e Il bagno, e ottiene il terzo premio.

Nel dicembre del 1936 muore Luigi Pirandello, e poche settimane dopo nasce il secondogenito della coppia Pirandello-D’Aprile, Antonio (1937-2006). L’artista ha raggiunto una nuova maturità: il suo linguaggio coniuga il tonalismo della “Scuola Romana” a una figurazione del tutto personale, in cui il ricordo della pittura antica (da Pompei al Quattrocento) si fonde alla modernità del Novecento internazionale. Sono di questo periodo opere di grande impegno compositivo come Siccità (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), La tempesta e tutta una nuova serie di bagnanti. Continua ad esporre in importanti personali: nel 1941 è presentato da Virgilio Guzzi, con cui intrattenne una lunga amicizia, nella sala a lui interamente dedicata all’esposizione annuale del Sindacato di Belle Arti del Lazio. Negli anni bui della seconda guerra mondiale si divide tra Anticoli Corrado e Roma, soggiornando a Villa Medici: nonostante le difficoltà, è un periodo di grande ispirazione.

Lo scenario artistico del dopoguerra lo trova scettico nei confronti delle avanguardie provenienti dagli Stati Uniti. Procede quindi con coerenza nella propria ricerca, riflettendo su alcuni temi dell’arte cubista: le gamma cromatica si arricchisce di toni più vivaci e le forme si fanno scomposte e geometrizzanti. Nel 1947 ottiene un primo importante riconoscimento ufficiale: viene nominato accademico di merito all’Accademia di San Luca. Gli anni Cinquanta sono per Fausto Pirandello un periodo di fervida creatività: espone in mostre personali e collettive, anche oltreoceano, e la critica italiana sembra finalmente assegnargli il meritato posto di rilievo nella storia dell’arte contemporanea. Il mancato riconoscimento alla Biennale di Venezia del 1956, dov’era in odore di vittoria, lo mette però in crisi: in risposta, Pirandello forza se stesso per un breve periodo nell’affrontare l’astrazione, senza però mai pienamente rinunciare ai rimandi alla realtà oggettiva. Negli anni Sessanta torna gradualmente alla figurazione, con un’espressività ormai pienamente personale. La sua presenza alle grandi esposizioni d’arte contemporanea si fa più appartata, ma non tramonta l’apprezzamento della critica nei confronti della sua pittura. Negli ultimi anni di vita la salute lo costringe ad abbandonare gradualmente i colori a olio e a concentrarsi sai lavori su carta e, in particolare, sulla tecnica del pastello (che tuttavia già era solito impiegare dagli esordi). Muore a Roma il 30 novembre del 1975. Un anno dopo, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica la prima importante retrospettiva.

Pierluigi Pirandello (Parigi 1928 – Roma 2018) era il primo figlio di Fausto Pirandello, nato dall’unione con la celebre modella anticolana Pompilia D’aprile. Pur scegliendo di studiare legge e di intraprendere la professione d’avvocato, lavorò per tutta la vita alla valorizzazione dell’opera sia del nonno Luigi, sia del padre Fausto. Ancora prima di istituire nel 2011, insieme alla moglie Giovanna Carlino, la Fondazione Fausto Pirandello, nella sua casa di via degli Scialoja organizzava con grande passione ed entusiasmo letture, spettacoli e mostre dedicate ad artisti emergenti.
(Per ulteriori informazioni si rimanda al sito della Fondazione Fausto Pirandello https://www.fondazionefaustopirandello.it)

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